Risarcimento danni del terzo trasportato

Accogliendo un ricorso proposto dall’avv. Lodovico Fabris  la Suprema Corte di Cassazione  cassava le precedenti decisioni del Tribunale di Treviso e della Corte di Appello di Venezia che avevano respinto la domanda di risarcimento danni promossa dalla madre – quale tutore – di un ragazzo coinvolto in un incidente stradale  che ne aveva determinato un’invalidità permanente del 50%.

La Suprema Corte aderiva alle argomentazioni del ricorrente pronunciando una  sentenza innovativa nella quale statuiva che la circolazione della vettura senza che il  trasportato abbia allacciato la cintura di sicurezza costituisce messa in circolazione in  condizione di insicurezza e anche il conducente deve rispondere del danno occorso al  passeggero.

L’uso della cintura – nel caso specifico – avrebbe impedito al trasportato di sporgersi dal  finestrino e quindi di colpire con il capo un palo della pubblica illuminazione posto nel ciglio della carreggiata.

La causa tornava alla Corte di Appello di Venezia che si atteneva al nuovo principio di  diritto  quantificando i danni e la percentuale di colpa concorrente del conducente e del  passeggero.